Formazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA

FORMAZIONE

il FIGLIO dell'UOMO

ONLUS - ASSOCIAZIONE CATTOLICA

E-mail: studiotecnicodalessandro@virgilio.it

Siti Internet: http://www.cristo-re.eu ; http://www.maria-tv.eu ;

http://www.vangeli.net ; http://www.mondoitalia.net ;

http://www.web-italia.eu ; http://www.engineering-online.eu;

dal 28 Marzo al 4 Aprile 2010

9a SETTIMANA MONDIALE della Diffusione in Rete Internet nel MONDO de

" i Quattro VANGELI " della CHIESA CATTOLICA , Matteo, Marco, Luca, Giovanni, testi a lettura affiancata scarica i file cliccando sopra Italiano-Latino Italiano-Inglese Italiano-Spagnolo

L'ARGOMENTO DI OGGI

Aderite all"

ORDINE LAICO dei " CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO" per VIVERE il VANGELO, Diventate CAVALIERI del FIGLIO dell'UOMO vivendo la Vostra VITA in FAMIGLIA e sul LAVORO secondo VIA, VERITA' VITA

dai GIORNALI di OGGI

Berlusconi, intervento-fiume all'assemblea dei giovani industriali. "Non date pubblicità a media disfattisti"

"Minorenni, veline, Mills e voli di Stato:

c'è stato un piano eversivo contro di me"

Sul leader libico: "intelligentissimo, se è stato al potere per 40 anni è perché ci sa fare"

Il leader del Pd Franceschini replica al premier:

"Non mi lascio intimidire da Berlusconi"

"Il suo invito alla stampa a non dare spazio all'opposizione è una minaccia, ma non mi fa paura"

IL COMMENTO del Corriere: Parole fuori luogo: la politica

e l’usanza di accusare i giornali. Berlusconi dovrebbe indicare anche qual è l’Italia che, a suo giudizio, la stampa dovrebbe raccontare

Dice il presidente del Consiglio che la stampa "dipinge un’Italia che non è quella reale". L’affermazione è, come sem­pre, un po’ perentoria, ma contiene un elemento di verità: se mai un giorno venissero convocati, gli stati generali dell’infor­mazione italiana farebbero bene a rifletterci su.

È il governatore della banca d'Italia il "non eletto" che il Cavaliere teme

Il timore del premier che ci siano ripercussioni con le cancellerie internazionali

Berlusconi e il fantasma di Draghi

"Ma non riusciranno a farmi fuori"

E dieci giorni fa il presidente del Consiglio aveva attaccato il governatore sui precari

2009-06-14

Ingegneria Impianti Industriali

Elettrici Antinvendio

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

L'ARGOMENTO DI OGGI

 

 

CORRIERE della SERA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.corriere.it

2009-06-14

Sul leader libico: "intelligentissimo, se è stato al potere per 40 anni è perché ci sa fare"

"Minorenni, veline, Mills e voli di Stato:

c'è stato un piano eversivo contro di me"

Berlusconi, intervento-fiume all'assemblea dei giovani industriali. "Non date pubblicità a media disfattisti"

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante l'intervento all'assemblea dei giovani industriali (Imagoeconomica)

Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, durante l'intervento all'assemblea dei giovani industriali (Imagoeconomica)

MILANO - La maggioranza "potrà governare tranquillamente per altri 4 anni", perché i risultati delle elezioni europee e amministrative "hanno dato risultati straordinari" e rafforzato "la posizione della nostra parte politica". E questo nonostante un "progetto eversivo" contro il presidente del Consiglio. Lo ha sostenuto Silvio Berlusconi intervenendo a Santa Margherita Ligure all'assemblea dei Giovani imprenditori di Confindustria. Un intervento fiume nel corso del quale il premier ha elencato puntigliosamente quelli che rivendica come i meriti del proprio governo e nel corso del quale ha più volte citato la parola "miracolo" in relazione alle cose realizzate.

NO PUBBLICITA' A MEDIA DISFATTISTI, "MI RIFERIVO A FRANCESCHINI" - Non tralasciando di sferrare un duro attacco alla stampa, proprio negli stessi minuti in cui il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlava da Napoli della libertà di informazione come di un cardine dell'Europa unita: "Se c'è un momento in cui bisogna prendere con le molle quello che dicono i giornali - ha detto Berlusconi -, è proprio questo: continuo a trovare virgolettati di frasi che non ho mai detto. La stampa italiana dipinge un'Italia che non è quella reale". Poi il suggerimento agli imprenditori: "La situazione della crisi è quella che conoscete, bisognerebbe non avere una opposizione e dei media che tutti i giorni cantano la canzone del pessimismo, del disfattismo, del catastrofismo. Penso che anche voi dovreste operare di più in questa direzione, per esempio non date pubblicità a chi si comporta così. Credo che sia una difesa logica e assolutamente fondata sulla realtà dei fatti". Poco dopo la precisazione: "Mi riferivo al leader dell'opposizione". Così Silvio Berlusconi è tornato sul delicato passaggio del suo intervento al convegno dei giovani di Confindustria, ossia quando ha chiesto alla platea degli imprenditori di non dare pubblicità "ai media e alla sinistra" che "ogni giorno cantano la canzone del disfattismo". Il presidente del Consiglio, spiegano ancora i collaboratori del premier, intendeva dire di "non amplificare, di non dare retta" a chi alimenta il pessimismo come il leader del Pd.

IL "PIANO EVERSIVO" - Senza citare un mandante preciso, Berlusconi ha spiegato che quelle su caso Noemi, veline, Mills e voli di Stato sono state "soltanto calunnie", parte appunto di un progetto eversivo finalizzato a far decadere un presidente del consiglio legittimato dal voto ppolare "per mettere al suo posto un'altra persona non eletta dagli italiani. se questa non è eversione ditemi cosa è?". Il capo del Pdl non ha fatto nomi, ma ha parlato di ricadute negative di queste campagne per l'immagine dell'Italia.

"LA POLITICA DEL CUCU'" - Immagine che, dal canto suo, Berlusconi ha detto di voler contribuire a rilanciare. Rafforzando il peso dell'Italia in sede europea (ha sottolineato che il Pdl è uno dei partiti maggiori all'interno del Ppe e che quindi potrà pesare nelle scelte, in primis facendo nominare un italiano, Mario Mauro, alla presidenza dell'Europarlamento). E esercitando sempre di più quella diplomazia dei rapporti umani - "potremmo anche definirla la politica del cucù" - che lo ha fin qui contraddistinto, pur se questo ha fatto storcere il naso a molti in passato. Il capo del governo ha detto di avere "corteggiato" il leader spagnolo Zapatero, per convincerlo a farsi carico della ricostruzione del forte spagnolo danneggiato dal terremoto in abruzzo e ha spiegato come sia fondamentale instaurare rapporti personali con tutti in politica estera. "E' il saper vivere, il sapersi rendere gradevoli agli altri. Questo si può trasformare in amicizia o in affetto, come è successo con Erdogan, Bush, Blair, Aznar. Tutte perosne che posso annoverare in categoria "amici". Nella politica estera questo serve, non ci sono alternative".

"GHEDDAFI? INTELLIGENTISSIMO" - Agli under 40 di Confindustria ("siete tutti forti, giovani, belli, qualcuno anche abbronzato") ha di intendere il proprio ruolo di primo ministro come quello di un imprenditore impegnato a vendere il proprio prodotto a clienti molto diversi tra loro. E tra questi ci può stare anche un cliente "originale", come il leader libico Muammar Gheddafi, "una persona intelligentissima, se è riuscito a stare al potere per 40 anni è perché sa il fatto suo". "Se hai un cliente come lui - ha detto - lo devi prendere per il verso giusto". "Oggi l'Italia è vicino alla Libia e la Libia è amica dell'Italia" ha detto Berlusconi. Che ha poi riferito di avere ottenuto dal leader libico l'allungamento di 30 anni di un contratto con l'Eni e che molte infrastrutture che la Libia si appresta a costruire "saranno offerte prioritariamente a nostre imprese".

13 giugno 2009(ultima modifica: 14 giugno 2009)

 

 

IL COMMENTO

Parole fuori luogo: la politica

e l’usanza di accusare i giornali

Berlusconi dovrebbe indicare anche qual è l’Italia che, a suo giudizio, la stampa dovrebbe raccontare

Dice il presidente del Consiglio che la stampa "dipinge un’Italia che non è quella reale". L’affermazione è, come sem­pre, un po’ perentoria, ma contiene un elemento di verità: se mai un giorno venissero convocati, gli stati generali dell’infor­mazione italiana farebbero bene a rifletterci su. Non sarebbe male, però, se nel frattempo Silvio Berlusconi ci dicesse pure, anche per capire meglio di che cosa stiamo parlando, qual è l’Italia vera che i giornali dovrebbero, a suo giudizio, racconta­re. Perché quella che ha raccontato lui ai giovani industriali troppo vera non sembra. Almeno a prima vista. Nessuno si era accorto, per esempio, che, mentre il governo (secondo Berlu­sconi, uno straordinario consiglio di amministrazione del­l’azienda Italia) faceva miracoli, tra veline, Noemi, voli di Stato e caso Mills stesse prendendo corpo sui giornali, o su alcuni giornali, un complotto. Anzi, un "progetto eversivo" contro il premier, al fine di sostituirlo con qualcuno che, a differenza di lui, non è stato eletto dal popolo. Una specie di golpe bianco, fortunatamente sventato dal voto popolare. Come suol dirsi: urgono chiarimenti.

In ogni caso: nell’Italia che vorremmo, e dovremmo, raccon­tare ci piacerebbe non dover registrare appelli più o meno obli­qui agli imprenditori di un capo del governo, fa nulla se di de­stra di centro o di sinistra, perché neghino la pubblicità alla stampa "catastrofista", complice o magari mosca cocchiera(in altre occasioni Berlusconi aveva preferito definirla scendilet­to) di un’opposizione anch’essa malata di inguaribile disfatti­smo. È vero che poi Palazzo Chigi ha corretto il tiro, spiegando che lo strale polemico era rivolto a Franceschini e non ai gior­nali. Ma, anche a voler prende­re per buona la precisazione (peraltro smentita poche ore dopo), non ci siamo: il presi­dente del Consiglio intendeva forse dire che i giornali do­vrebbero concedere meno spazio o non concederne pro­prio, al leader del più grande partito di opposizione?

Non è solo questione di gaf­fe e, a guardar bene, non è nemmeno solo questione di Berlusconi. La politica (la politica di governo in primo luogo, ma anche quella di opposizione) non riesce a dimettere una volta per tutte l’usanza, antica e consolidata, di scrutare i gior­nali per scoprirvi più o meno ogni giorno ambigue trame, tor­bidi intrighi, oscuri complotti in suo danno; e di dividere i gior­nalisti in corifei da premiare e in nemici da stroncare. E fatica, oggi più di ieri, a tenere nel dovuto conto quelle libertà fonda­mentali di una democrazia moderna che sono la libertà di opi­nione e la libertà di informazione. Anche quando ha buoni mo­tivi per ritenere che vengano coscientemente esercitate in suo danno. Anche quando la tentazione di passare ai modi bruschi rischia di farsi irresistibile. Eppure da noi i giornali non fanno cadere i governi e, a quanto pare, non spostano nemmeno vo­ti: per quanto possano essere vicini all’opposizione, se questa è politicamente latitante non bastano a surrogarla.

Non è il caso di gridare al fascismo alle porte e alla stampa imbavagliata. Ma è il caso di ricordare che il clima è dei peggio­ri, e che il varo alla Camera del disegno di legge sulle intercetta­zioni, che la libertà di informazione senza dubbio la riduce, non lo migliora davvero. Proprio nelle stesse ore in cui Berlu­sconi parlava a Santa Margherita, ai valori fondamentali di cui abbiamo detto faceva aperto riferimento, a Napoli, intervenen­do al vertice Uniti per l’Europa, il capo dello Stato. Per esprime­re piena fiducia "nell’attaccamento delle opinioni pubbliche ai principi liberali, particolarmente a quelli della libertà e del plu­ralismo dell’informazione". Non sappiamo che cosa farà il ca­po dello Stato quando la legge sarà approvata definitivamente. Ma quella fiducia abbiamo il dovere di condividerla fino in fon­do.

Paolo Franchi

14 giugno 2009

 

 

 

 

 

 

 

Il leader del Pd replica al premier

Franceschini: "Non mi lascio

intimidire da Berlusconi"

"Il suo invito alla stampa a non dare spazio all'opposizione è una minaccia, ma non mi fa paura"

(Ansa)

(Ansa)

ROMA - "Quando il presidente del Consiglio invita a non fare pubblicità sui giornali che dicono cose sgradite e poi, con una pezza peggiore del buco, dice di riferirsi allo spazio da non dare al leader dell'opposizione, in tutto il mondo queste cose si chiamano in un solo modo: intimidazione". Ha replicato così il segretario del Partito democratico Dario Franceschini in una conferenza stampa convocata nella sede del partito per condannare duramente le affermazioni del premier Silvio Berlusconi a Santa Margherita Ligure. "Berlusconi non mi ha mai fatto, non mi fa e non mi farà mai paura. Può avere tutti i soldi che ha, ma non mi lascio intimidire, perché - ha proseguito Franceschini - io seguo la mia coscienza e utilizzo i mezzi che ho che sono quelli di fare il mio dovere per il mio partito e il mio Paese. Credo che questo sia davvero per tutti, la stampa libera, la magistratura, il Parlamento sottoposti ad attacchi, il momento della dignità e del coraggio". Franceschini è tornato sulla quella che ritiene "un'ossessione" del premier il quale "mischia questioni personali e questioni giudiziarie a battute anche in sedi ufficiali dove ci attenderebbe invece risposte alla crisi che investe l'Italia. Ho paura che ci sia un forte rischio di assuefazione rispetto alle parole del presidente del Consiglio, ma non ci sarebbe nulla di più pericoloso in una democrazia".

FASSINO: "HA SUPERATO IL LIMITE" - Sulle frasi di Berlusconi è intervenuto anche Piero Fassino: "Ha superato il limite. E, ancora in campagna elettorale per i ballottaggi, usa spregiudicatamente il suo ruolo, le sue funzioni, i suoi megafoni nel tentativo da un lato di colpire la libera informazione e dall'altro di delegittimare il ruolo democratico dell'opposizione e del suo leader, addirittura dileggiato e minacciato attraverso una nota ufficiale di Palazzo Chigi, cosa che non si era mai vista prima nel nostro Paese". Fassino osserva come Berlusconi "provi fastidio che ci sia un leader dell'opposizione, che ci sia un'opposizione, che ci siano opinioni diverse delle sue". "La sua mentalità autoritaria - sostiene l'ex segretario dei Ds - lo porta a diffidare della stessa democrazia e dei suoi strumenti fondamentali. Il suo disprezzo delle regole lo porta ad aver paura di chi queste regole ha difeso e continuerà a difendere fino in fondo. Ma noi non ci lasciamo intimidire".

GENTILONI: "VUOLE SPOSTARE LA PUBBLICITA' SUI SUOI MEDIA" - "Berlusconi con una mano cerca di intimidire l'opposizione e con l'altra di spostare più risorse dai diversi mezzi di informazione a quelli di sua proprietà. L'invito a non fare pubblicità ai media disfattisti non è altro che l'invito ad accentuare la tendenza già in atto: nei primi quattro mesi del 2009, rispetto ai primi quattro mesi del 2008, c'è stato uno spostamento massiccio di pubblicitá dalla stampa e dalla Rai verso Mediaset". Sono queste le osservazioni di Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazione del Pd. "Il risultato - ha aggiunto - è che giornali e Tv pubblica perdono ricavi pubblicitari con una percentuale doppia rispetto a Mediaset e senza che questo abbia alcun rapporto con gli ascolti Tv. L'invito di Santa Margherita è dunque doppiamente grave sia sul piano politico sia perchè è l'esibizione del conflitto di interessi".

13 giugno 2009

 

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.repubblica.it/

2008-06-14

L'intervento del premier a S.Margherita Ligure (Genova)

Foto con la Marcegaglia e Federica Guidi. "Non sono minorenni!"

Berlusconi ai giovani industriali

"Contro di me progetto eversivo"

Clamorosa frase sulla pubblicità: "Non datela ai media

catastrofisti". Poi deve precisare: "Mi riferivo al leader del Pd"

Berlusconi ai giovani industriali "Contro di me progetto eversivo"

Silvio Berlusconi

SANTA MARGHERITA LIGURE (Genova) - "Contro di me c'è un progetto eversivo". "Ma possiamo continuare a governare con tranquillità per i prossimi 4 anni". Lo ha detto Silvio Berlusconi, al

convegno dei giovani di Confindustria, a Santa Margherita Ligure, in provincia di Genova. Il presidente del Consiglio ha anche invitato a "non credere a tutto quello che viene scritto": "Se c'è un momento per prendere con le molle quel che dicono i giornali - ha osservato - è proprio questo". E a proposito di giornali ha prima sferrato un attacco che ha il sapore di una clamorosa gaffe ("Non date pubblciità ai media disfattisti") per poi precipitosamente smentirsi attraverso una nota del suo staff: "Mi riferivo al leader del Pd Franceschini".

Il progetto eversivo. "Dietro le calunnie miei confronti c'è un progetto eversivo.

I giornali. "La stampa italiana dipinge un'Italia che non è vera, che non è quella reale", ha detto il premier. "Faccio dichiarazioni scritte - ha proseguito - e mi trovo sui giornali dichiarazioni che non ho mai detto o pensato. E se poi correggo scrivono che il presidente del Consiglio ha fatto marcia indietro".

"Marcegaglia e Guidi non sono minorenni". Al suo arrivo il premier ha apostrofato lo schieramento di fotoreporter che lo aveva appena ritratto insieme a Emma Marcegaglia e Federica Guidi, presidenti, rispettivamente, di Confindustria e dei giovani industriali. Una foto in cui il premier le tiene sottobraccio, una per lato. "Prenderete atto che abbraccio due signore che non sono minorenni!", ha commentato sorridendo fra gli applausi dei presenti.

Applausi e fischi. Berlusconi è stato accolto da un lungo applauso al suo ingresso in sala. Il ministro Sacconi, che ha fatto capire ridendo di essere costretto a prolungare l'intervento per attendere il suo arrivo, gli ha subito ceduto la parola. Davanti all'Hotel Miramare, dove si svolge il convegno, numerose persone hanno applaudito il presidente del Consiglio, mentre qualche fischio è arrivato da un gruppo con le bandiere del Pdci tenuto a distanza.

Terremoto. "Entro fine novembre completeremo la consegna delle case agli sfollati", ha detto il premier parlando del terremoto in Abruzzo. "Un miracolo. Siamo sicuri che riusciremo a farlo - ha aggiunto - è una sfida che abbiamo voluto lanciare". La consegna delle case inizierà "a partire dal 15 settembre", ha ribadito il premier.

Europarlamento. "Spero che per la prima volta possa esserci un presidente italiano dell'europarlamento. Noi abbiamo un ottimo candidato che è Mario Mauro". "Abbiamo - ha aggiunto - un competitore, la Polonia". Ma secondo il presidente del Consiglio l'Italia è in una situazione favorevole.

Amministrative. Per quanto riguarda le amministrative, secondo il premier è stato "un cataclisma" per l'opposizione. "Possiamo governare per i prossimi quattro anni", ha sottolineato: abbiamo ottenuto "risultati straordinari, che sono andati oltre il 50% dei consensi in molte situazioni, con una media del 42%".

Il g8 a L'Aquila. Coinvolgendo "i migliori mobilieri italiani", all'Aquila per il G8 "abbiamo completato 30 appartamenti secondo richieste dei singoli capi di governo. Sono venute le delegazioni ed hanno fatto richieste anche molto particolari". "Abbiamo fatto tutto e saranno accolti in modo eccellente", ha aggiunto: "Poi li porteremo in giro per i luoghi del terremoto".

Gheddafi. Berlusconi ha anche parlato della visita di Gheddafi in Italia: "E' stato trattato come un cliente originale, sapendo che è un po' originale - ha detto il premier - Ma se trovi la chiave per trattare un cliente originale te lo conquisti per tutta la vita". E ha aggiunto: "Nella politica è come nella vita normale, per risolvere i problemi bisogna comportarsi come con i clienti. Gheddafi è originale e l'ho trattato come un cliente originale". Poi ha accompagnato la battuta con una gag sui tempi di Publitalia, quando insegnava ai dipendenti "come comportarsi con i clienti".

(13 giugno 2009)

 

 

 

A Santa Margherita ligure il Cavaliere aveva prima detto di "non dare pubblicità ai catastrofisti"

Poi aveva subito precisato: "Parlavo non dei media, ma del leader Pd"

Franceschini duro con Berlusconi

"Non mi faccio intimidire"

Bonaiuti: "Come al solito il segretario democratico esagera e alza troppo i toni"

Franceschini duro con Berlusconi "Non mi faccio intimidire"

ROMA - E' dura la replica del leader del Pd Dario franceschini alle affermazioni di oggi del presidente del Consiglio. A Berlusconi, che ha parlato di trame eversive contro di lui, e ha invitato i giovani imprenditori a non dare pubblicità ai media catastrofisti (poi ha precisato: "Parlavo di Franceschini"), il segretario democratico risponde: "Davanti alle minacce non mi lascerò intimidire". E spiega: "Quando il presidente del Consiglio invita a non fare pubblicità sui giornali che dicono cose sgradite e poi, con una pezza peggiore del buco, dice di riferirsi allo spazio da non dare al leader dell'opposizione, in tutto il mondo queste cose si chiamano in un solo modo: intimidazione".

"Berlusconi - continua il leader Pd - non mi ha mai fatto, non mi fa e non mi farà mai paura. Può avere tutti i soldi che ha, ma non mi lascio intimidire, perché io seguo la mia coscienza e utilizzo i mezzi che ho che sono quelli di fare il mio dovere per il mio partito e il mio Paese".

Franceschini è tornato su quella che ritiene "un'ossessione" del premier il quale "mischia questioni personali e questioni giudiziarie a battute anche in sedi ufficiali dove ci si attenderebbe invece risposte alla crisi che investe l'Italia. Ho paura che ci sia un forte rischio di assuefazione rispetto alle parole del presidente del Consiglio, ma non ci sarebbe nulla di più pericoloso in una democrazia".

La controreplica di Palazzo Chigi è affidata al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Boaniuti: "Franceschini come al solito esagera e alza troppo i toni. Chi ha subito intimidazioni fin dalla sua discesa in campo negli ultimi quindici anni è il presidente Berlusconi".

(13 giugno 2009)

 

 

 

 

È il governatore della banca d'Italia il "non eletto" che il Cavaliere teme

Il timore del premier che ci siano ripercussioni con le cancellerie internazionali

Berlusconi e il fantasma di Draghi

"Ma non riusciranno a farmi fuori"

E dieci giorni fa il presidente del Consiglio aveva attaccato il governatore sui precari

di CLAUDIO TITO e CARMELO LOPAPA

Berlusconi e il fantasma di Draghi "Ma non riusciranno a farmi fuori"

Mario Draghi

ROMA - Il fantasma di un governo tecnico guidato da Mario Draghi e l'incubo che lo scandalo foto possa compromettere seriamente i rapporti con le cancellerie internazionali. Ecco cosa ha spinto il premier Silvio Berlusconi all'intemerata sul "progetto eversivo" dinanzi alla platea dei giovani industriali, a meno di un mese dal G8 sul quale il governo scommette una buona fetta della sua credibilità e alla vigilia della tanto agognata visita a Washington per incontrare Obama.

Numeri della maggioranza blindati, governo compatto, leggi come caterpillar in Parlamento, dunque, non fanno sentire il presidente del Consiglio al riparo, sufficientemente sicuro. Complici, la crisi economica montante - al di là delle rassicurazioni ribadite fino a ieri - e i nuovi risvolti legati al Casoriagate, alle foto di Villa Certosa, alle veline sui voli di Stato. Il timore che il Cavaliere ancora ieri mattina confidava a ministri e parlamentari Pdl che lo hanno seguito a Santa Margherita, è che si stia muovendo una sorta di "tenaglia", intenta a schiacciarlo su due fronti, interno e internazionale: "Pensano di farmi fuori con una manovra di Palazzo, ma non mi metteranno all'angolo, gli italiani stanno dalla mia parte". In privato, non è un mistero, Silvio Berlusconi ormai da un mese dà un volto e un nome a quell'"altra persona non eletta dagli italiani" evocata ieri e che potrebbe prendere il suo posto. Volto e nome che portano dritti al vertice della Banca d'Italia.

A Palazzo Chigi sentono da settimane gli echi dell'indiscrezione che circola negli ambienti confindustriali e che indicano nel governatore Mario Draghi il potenziale presidente di un esecutivo tecnico, di "salute pubblica", un governo per gestire la crisi. I boatos hanno fatto presto a giungere alle orecchie di Berlusconi, ovvia la sua forte irritazione. A quanto sembra ne avrebbe parlato anche con la numero uno di Confindustria Emma Marcegaglia, presumibilmente lo ha fatto anche ieri durante la colazione con lei nella residenza di Portofino, al termine del convegno.

I rapporti tra l'inquilino di Palazzo Chigi e il governatore sono cortesi, formali, ma ormai niente più di questo. Il 5 giugno scorso, alla vigilia delle Europee, Berlusconi non ha esitato a smentire pubblicamente la previsione preoccupata del governatore su quel milione e 600 mila lavoratori che rischiano di restare senza sussidio in caso di perdita del posto: "Questa è un'informazione di Draghi che non corrisponde alle nostre conoscenze". E le bordate sempre più frequenti del ministro dell'Economia Tremonti nei confronti di Draghi sono la conferma di un clima, di un'insofferenza che fa da sfondo a un antagonismo sotto traccia. Il premier non dimentica che l'inquilino di Palazzo Koch è stato uno dei "Ciampi boys". Come non si stanca mai di far notare ai suoi come Pd e Casini prendano le difese di Draghi tutte le volte in cui emerga una qualche contrapposizione col governo.

Nei giornali berlusconiani, in queste ore, è tutto un fiorire di "complotti", "congiure", "assalti" e "avvoltoi". Non a caso. Alla fobia interna, se ne sta affiancando un'altra, riconducibile alla storia delle 5 mila foto private che hanno immortalato Berlusconi (e le sue ospiti) a Villa Certosa e che ora sono in circolazione. Il presidente del Consiglio dà per scontato che presto alcuni di quegli scatti saranno pubblicati all'estero, nonostante l'ulteriore richiesta di sequestro avanzata dal suo avvocato Ghedini. "Il timore - racconta chi è più vicino al premier - è che una qualsiasi cancelleria europea prenda a pretesto quelle immagini e le fandonie che le circondano per decidere di non incontrare più il presidente". Ecco il rischio isolamento che si affaccia. A quel punto, solo a quel punto, Berlusconi si sentirebbe spalle al muro.

I più espliciti tra i fedelissimi, come Osvaldo Napoli tra gli altri, denunciano in un tam tam crescente che una regia sta lavorando per portare indietro l'orologio, magari al '94, "qualcuno vuole tenere in scacco la democrazia italiana e impedire che si concluda la transizione che dura da 17 anni". Ma non tutto il Pdl, come sempre più spesso accade, segue il premier sulle barricate. La teoria del complotto sembra non convincere affatto gli ex An, il presidente della Camera Fini e gli ambienti a lui più vicini. "Come non è stata mai credibile la teoria del complotto delle toghe rosse - racconta il finiano Fabio Granata - così non sembra fondata la tesi che ci sia un'eversione in atto. C'è un fuoco di fila, è vero, ma si argina solo con un'azione di governo incisiva".

(14 giugno 2009)

 

 

 

 

IL COMMENTO

Il Cavaliere e il suo fantasma

di EZIO MAURO

Dunque siamo giunti al punto in cui il Presidente del Consiglio denuncia pubblicamente un vero e proprio progetto eversivo per farlo cadere e sostituirlo con "un non eletto dal popolo". Un golpe, insomma, nel cuore dell'Europa democratica, come epilogo dell'avventura berlusconiana, dopo un quindicennio di tensioni continue introdotte a forza nel discorso pubblico italiano: per tenere questo sventurato Paese nella temperatura emotiva più adatta al populismo che può dominare le istituzioni solo sfidandole, fino a evocare il martirio politico.

È proprio questa l'immagine drammatica dell'Italia che l'uomo più ricco e più potente del Paese porta oggi con sé in America, all'incontro con Obama.

Solo Berlusconi sa perché dice queste cose, perché solo lui conosce la verità, che non può rivelare in pubblico, della sciagura che lo incalza. Noi osserviamo il dramma di un leader prigioniero di un clima di sconfitta anche quando vince perché da quindici anni non riesce a trasformarsi in uomo di Stato nemmeno dopo aver conquistato per tre volte il favore del Paese.

Quest'uomo ha con sé il consenso, i voti, i numeri, i fedeli. Ma non ha pace, la sicurezza della leadership, la tranquillità che trasforma il potere in responsabilità. Lo insegue l'altra metà di se stesso, da cui tenta di fuggire, sentendosi ghermito dal fondo oscuro della sua stessa storia. E' una tragedia del potere teatrale e eccessiva, perché tutto è titanico in una vicenda in cui i destini personali vengono portati a coincidere col destino dell'Italia. Una tragedia di cui Berlusconi, come se lo leggesse in Shakespeare, sembra conoscere l'esito, sino al punto da evocare la sua fine davanti al Paese.

In realtà, come è evidente ad ogni italiano di buon senso, non c'è e non ci sarà nessun golpe. C'è invece un rapido disfacimento di una leadership che non ha saputo diventare cultura politica ma si è chiusa nella contemplazione del suo dominio, credendo di sostituire lo Stato con un uomo, il governo con il comando, la politica con il potere assoluto e carismatico.

Oggi quel potere sente il limite della sua autosufficienza. Ciò che angoscia Berlusconi è il nuovo scetticismo istituzionale che avverte intorno a sé, il distacco internazionale, il disorientamento delle élite europee, le critiche della stampa occidentale, la freddezza delle cancellerie (esclusi Putin e Gheddafi), lo sbigottimento del suo stesso campo: dove la regolarità istituzionale di Fini risalta ogni giorno di più per contrasto.

Il Cavaliere sente di aver perso il tocco, che aveva quando trasformava ogni atto in evento, mentre lo spettacolo tragicomico dei tre giorni italo-libici dimostra al contrario che le leggi della politica non sono quelle di uno show sgangherato.

Soprattutto, Berlusconi capisce che la fiaba interrotta di un'avventura sempre vittoriosa e incontaminata si è spezzata, semplicemente perché gli italiani improvvisamente lo vedono invece di guardarlo soltanto, lo giudicano e non lo ascoltano solamente. E' in atto un disvelamento. Questa è la crepa che il voto ha aperto dentro la sua vittoria, e che è abitata oggi da queste precise inquietudini.

Il Cavaliere ha infatti ragione quando indica i quattro pilastri che perimetrano il campo della sua recente disgrazia: le veline, le minorenni, lo scandalo Mills e gli aerei di Stato. Giuseppe D'Avanzo, che su questi temi indaga da tempo con risultati che Berlusconi conosce benissimo, spiega oggi perché siano tutt'altro che calunnie come dice il premier. Sono quattro casi che il Cavaliere si è costruito con le sue mani, che lo perseguitano perché non può spiegarli, che lui evoca ormai quotidianamente mentre tenta di fuggirli, e che formano insieme uno scandalo pubblico, tutt'altro che privato: perché dimostrano, l'uno insieme con l'altro, l'abuso di potere come l'opinione pubblica comprende ogni giorno di più.

E' proprio questo il sentimento del pericolo che domina oggi Berlusconi. Incapace di parlare davvero al Paese, di confrontarsi con chi gli pone domande, di assumersi la responsabilità dei suoi comportamenti, reagisce alzando la posta per trascinare tutto - le istituzioni, lo Stato - dentro la sua personale tragedia: di cui lui solo (insieme con la moglie che di questo lo ha avvertito, pochi giorni fa) conosce il fondo e la portata. Reagisce minacciando: l'imprenditore campione del mercato invita addirittura gli industriali italiani a non fare pubblicità sui giornali "disfattisti", quelli che cioè lo criticano, perché la sua sorte coincide col Paese. Poi si corregge dicendo che voleva invitare a non dar spazio a Franceschini, come se non gli bastasse il controllo di sei canali televisivi ma avesse bisogno di un vero e proprio editto. E' qualcosa che non si è mai visto nel mondo occidentale, anche se la stampa italiana prigioniera del nuovo conformismo preferisce parlar d'altro, come se non fosse in gioco la libertà del discorso pubblico, che forma l'opinione di ogni democrazia.

In realtà Berlusconi minaccia soprattutto se stesso, rivelando questa sua instabilità, questa paura. Se sarà coerente con le sue parole, c'è da temere il peggio. Cosa viene infatti dopo la denuncia del golpe? Quale sarà il prossimo passo? E se c'è una minaccia eversiva, allora tutto è lecito: dunque come userà i servizi e gli altri apparati il Cavaliere, contro i presunti "eversori"? Come li sta già usando? Chi controlla e chi garantisce in tempi che il premier trasforma in emergenza?

Attendiamo risposte. Per quanto ci riguarda, continueremo a comportarci come se fossimo in un Paese normale, dove la dialettica e anche lo scontro tra la libera stampa e il potere legittimo del Paese fanno parte del gioco democratico. Poi, ognuno giudicherà dove saprà fermarsi e dove potrà arrivare questo uso privato e già violento del potere statale da parte di un uomo che sappiamo pronto a tutto, anche a trasformare la crisi della sua leadership in una tragedia del Paese.

(14 giugno 2009)

 

 

 

 

IL COMMENTO

Il successo della destra

la sconfitta del suo capo

di EUGENIO SCALFARI

INNANZITUTTO i voti. Ormai i dati sono ampiamente disponibili e possiamo dunque trarne alcune conclusioni. Ma bisogna distinguere le astensioni dai suffragi ottenuti in percentuale e in numeri assoluti.

I votanti per il Parlamento europeo sono scesi dal 73 al 66 per cento del corpo elettorale, sette punti in meno. Togliendo un 20 per cento di astensione fisiologica, le astensioni motivate politicamente ammontano dunque al 15 per cento, più o meno sette milioni e mezzo di persone. Gli astenuti che nelle precedenti elezioni del 2008 avevano votato per i democratici ammontano a due milioni e seicentomila; circa seicentomila hanno penalizzato le liste minori, oltre tre milioni e duecentomila vanno a carico del Pdl. Ecco dunque una prima indicazione importante.

Veniamo ai voti espressi paragonati al 2008, sebbene non sia corretto confrontare elezioni europee ed elezioni politiche. Il calo subito dal Pdl è stato di due punti, quello del Pd di sette. La Lega è oltre il 10 per cento su base nazionale, non ha sorpassato il Pdl in nessuna regione ma gli ha tolto molto in Piemonte e nel lombardo-veneto. E' cresciuta (rispetto alle europee del 2004) di otto punti nel nordovest, undici nel nordest, due punti e mezzo nel centro. La sua avanzata è stata rilevante in Emilia con un aumento dell'11per cento. In conclusione: arretra il Pdl sia in voti assoluti sia in percentuale; ancora di più arretra il Pd e si accresce il distacco tra i due partiti; raddoppiano la Lega e Di Pietro (rispetto al 2008).

Avanza di un punto Casini, la sinistra radicale cresce complessivamente di due punti ma non supera la soglia di sbarramento e quindi non entra nel Parlamento di Strasburgo e così pure i radicali. Il Pd perde voti a favore di tutti gli altri partiti salvo il Pdl il quale a sua volta cede voti alla Lega e (pochi) all'Udc.

Il Pdl è più penalizzato dalle astensioni che dai voti espressi, il Pd da tutti e due questi elementi.

La Chiesa si è ripetutamente dichiarata contraria alla politica del governo nei confronti dell'immigrazione e il clero delle parrocchie si è discretamente mobilitato in favore dell'Udc con risultati però molto modesti. Una valutazione attendibile stima in 700mila voti lo spostamento verificatosi a seguito di queste raccomandazioni parrocchiali. In realtà un 20 per cento dei voti cattolici ha scelto di astenersi rispetto a precedenti votazioni in favore del Pdl.

Questo è il quadro d'insieme, che sarebbe tuttavia incompleto se non lo si inquadra nel contesto europeo.

* * *

In Europa si è verificata una frana di proporzioni inusitate dei socialisti in tutti i paesi dell'Unione salvo due modeste eccezioni. Particolarmente gravi i risultati dei socialisti francesi (addirittura scavalcati dai voti del movimento verde di Cohn-Bendit), dei laburisti inglesi e della Spd tedesca.

L'effetto paradossale di queste disfatte, alle quali occorre aggiungere l'insuccesso di Zapatero, ha portato il Partito democratico in testa alla graduatoria delle formazioni progressiste ed ha reso possibile la formazione d'un gruppo parlamentare a Strasburgo formato da un'inedita alleanza tra il Pse e i democratici italiani. Si tratta di una novità cui ha lavorato con tenacia Dario Franceschini e che apre la strada a nuovi sviluppi internazionali, ma resta che la sinistra europea è in piena crisi mentre avanza dovunque la destra moderata ma anche le formazioni xenofobe ed estremiste.

Se si guarda la situazione dal punto di vista dei governi in carica, c'è stata un'erosione del consenso che ha superato soltanto Sarkozy. Tutti gli altri hanno perso voti indipendentemente dal loro colore politico. Le cause vanno attribuite in parte alla crisi economica e in parte al tema dell'immigrazione e della insicurezza in proporzioni diverse da paese a paese.

Da questo punto di vista l'Italia non fa eccezione: la sinistra è stata punita, il Pdl ha perso voti, la Lega aumenta in percentuali e in voti assoluti.

Qui da noi il quadro è reso più complicato dalle contemporanee elezioni in molte province e comuni. Il patrimonio del centrosinistra era molto cospicuo ai nastri di partenza perché le precedenti elezioni del 2004 erano avvenute in una fase di scarsa popolarità berlusconiana favorendo ampiamente l'Ulivo. Oggi, in una situazione ben diversa, il pingue patrimonio di amministrazioni locali di centrosinistra non poteva che cedere di fronte alla spinta degli avversari. Infatti ha già ceduto in parecchi luoghi ma altre importanti amministrazioni sono andate in ballottaggio, sicché un bilancio definitivo si potrà fare soltanto il 21 giugno, fermo restando fin d'ora che anche nel potere locale sta avvenendo una scossa robusta in favore del centrodestra.

Ancora qualche osservazione, che è stata finora sostanzialmente ignorata, su quanto è accaduto in Sicilia, una regione considerata da tempo serbatoio di voti per la destra berlusconiana.

In Sicilia nel 2008 il Pdl aveva ottenuto il 46,6 per cento dei voti; è sceso alle europee al 36,6 per cento, dieci punti sotto. In valore assoluto la perdita è ancora maggiore: da un milione e 300mila voti a 600mila. Commenta Roberto Alimonte su "24 Ore": "La metà degli elettori siciliani del Cavaliere si è volatilizzata". Riassorbire la crisi siciliana sarà uno dei compiti che Berlusconi dovrà darsi al più presto. Ma ce n'è un altro assai più incombente per lui, sul quale ora dobbiamo soffermarci ed è quello del suo personale logoramento interno e internazionale.

* * *

La sua immagine pubblica ha subito un colpo evidente, ampiamente registrato da tutta la stampa occidentale e in tutte le capitali d'Europa e d'America. Non si tratta, come ancora i suoi "supporter" si ostinano a sostenere, di un "gossip" che riguarderebbe soltanto la sua vita privata, sebbene la vita privata d'un presidente del Consiglio sia in tutte le democrazie occidentali sotto i riflettori della pubblica opinione.

Si tratta invece d'una serie di fatti resi di pubblico dominio da sua moglie e da lui stesso in varie trasmissioni televisive; si tratta delle sue incerte versioni di quei fatti gremite di contraddizioni e reticenze, del suo ostinato silenzio su alcuni aspetti che hanno minato la sua credibilità. Si tratta infine e soprattutto di un aspetto estremamente grave per un capo di governo e cioè della sua potenziale ricattabilità.

Essa deriva da due circostanze particolarmente inquietanti. La prima: la sua frequentazione, della quale si continua ad ignorare l'origine, con il signor Letizia, padre della giovane Noemi, personaggio quanto mai equivoco con precedenti penali e relazioni di assai dubbia natura tra Secondigliano, Scampia, Casoria.

La seconda: il materiale fotografico in possesso di un fotografo sardo che forse non contiene nulla di particolarmente compromettente ma che costituisce un deposito di immagini ormai in circolazione internazionale che può esser fonte di intimidazione e di veri e propri ricatti da parte di personaggi spregiudicati e perfino di servizi più o meno segreti.

L'opinione pubblica italiana, nonostante il silenzio delle emittenti televisive e le reticenze di gran parte della stampa, ha percepito la gravità di una situazione che è stata altrettanto percepita nelle cancellerie dei nostri principali partner e alleati.

L'interessato avrebbe ancora la possibilità di fare chiarezza almeno sulla prima circostanza e cioè sulle origini e la natura dei suoi rapporti con il Letizia. Quanto alle centinaia di fotografie in circolazione, esse raffigurano senza dubbio una violazione della sua "privacy" ma ciò non toglie nulla alla loro oggettiva pericolosità e al sospetto che possano tradursi in strumenti di ricatto e di debolezza del capo del governo.

Questa situazione reagisce inevitabilmente sulle tensioni interne tra i membri del governo e tra le varie componenti della maggioranza, aggravate dai nuovi rapporti di forza tra la Lega e il Pdl; accentua le prese di distanza di Gianfranco Fini; spinge Berlusconi a interventi sempre più scomposti e a provvedimenti sempre meno accettabili, l'ultimo dei quali sulle intercettazioni sta suscitando proteste corali, allarma il Capo dello Stato e può precipitare una crisi tra i poteri dello Stato.

* * *

Se l'opposizione non fosse così fortemente debilitata avremmo almeno un aggancio robusto per riportare ordine e chiarezza. Purtroppo anch'essa ha perso credibilità anche se la campagna elettorale condotta dal segretario Franceschini è riuscita almeno a contenere le perdite salvando il salvabile. Sono molti ora a chiedere in che modo si possa e si debba costruire un partito che ancora non c'è, che è ancora un'ipotesi di lavoro e fatica a decollare per debolezza dei motori e insufficiente portanza.

Ci sono almeno tre esigenze generalmente avvertite: la prima è quella di radicare il partito nel territorio, la seconda è di selezionare una classe dirigente nuova, la terza riguarda la vecchia nomenclatura composta da quelli che guidarono i vari spezzoni confluiti nel Pd. I membri di quella nomenclatura non sono affatto da ostracizzare; rappresentano tuttora un deposito di esperienze, memorie, valori. Ma dovrebbero riporre ambizioni e pretese rassegnandosi ad un ruolo che resta peraltro di notevole importanza: ruolo di padri e di zii, ruolo di saggezza e incoraggiamento, non di comando e di intervento.

Quando Veltroni si dimise, con lui fece un passo indietro l'intero vecchio gruppo dirigente e questo fu l'aspetto positivo di quella drammatica ma ormai necessaria decisione. Sembra tuttavia che ora quel collettivo passo indietro sia rimesso in discussione e si riaccendano tra gli zii sentimenti di rivalsa e nuovi fuochi di battaglia.

"Come cavallo che uso alla vittoria / a tarda giovinezza e controvoglia / tra carri veloci torna a gara": così cantava Ibico. Controvoglia non so, ma certo il tornare a gara di tutta la vecchia nomenclatura sbarra la strada al necessario rinnovamento e riaccende eterne dispute che un corpo sano e robusto potrebbe sopportare ma un corpo debilitato non tollera rischiando la sua stessa sopravvivenza.

Così il tema delle alleanze. E' un tema da costruire quando il Pd si sarà rafforzato, avrà riacquistato credibilità e potrà costituire l'elemento centrale di uno schieramento con un programma comune, comuni convinzioni e comune visione del bene pubblico. Disputare oggi sulle alleanze di domani è soltanto un modo per riaccendere la rissa interna. Nella situazione attuale è un'operazione ad altissimo rischio.

* * *

Post Scriptum. La visita del colonnello Gheddafi in Italia, non priva di interessi concreti per il nostro paese, ha avuto aspetti di farsa che purtroppo si sono mescolati alla farsa nostrana. Ne è risultato un mix assai poco digeribile che rende ancor più grottesca e flebile la nostra credibilità internazionale.

(14 giugno 2009)

 

 

 

IL COMMENTO

Il successo della destra

la sconfitta del suo capo

di EUGENIO SCALFARI

INNANZITUTTO i voti. Ormai i dati sono ampiamente disponibili e possiamo dunque trarne alcune conclusioni. Ma bisogna distinguere le astensioni dai suffragi ottenuti in percentuale e in numeri assoluti.

I votanti per il Parlamento europeo sono scesi dal 73 al 66 per cento del corpo elettorale, sette punti in meno. Togliendo un 20 per cento di astensione fisiologica, le astensioni motivate politicamente ammontano dunque al 15 per cento, più o meno sette milioni e mezzo di persone. Gli astenuti che nelle precedenti elezioni del 2008 avevano votato per i democratici ammontano a due milioni e seicentomila; circa seicentomila hanno penalizzato le liste minori, oltre tre milioni e duecentomila vanno a carico del Pdl. Ecco dunque una prima indicazione importante.

Veniamo ai voti espressi paragonati al 2008, sebbene non sia corretto confrontare elezioni europee ed elezioni politiche. Il calo subito dal Pdl è stato di due punti, quello del Pd di sette. La Lega è oltre il 10 per cento su base nazionale, non ha sorpassato il Pdl in nessuna regione ma gli ha tolto molto in Piemonte e nel lombardo-veneto. E' cresciuta (rispetto alle europee del 2004) di otto punti nel nordovest, undici nel nordest, due punti e mezzo nel centro. La sua avanzata è stata rilevante in Emilia con un aumento dell'11per cento. In conclusione: arretra il Pdl sia in voti assoluti sia in percentuale; ancora di più arretra il Pd e si accresce il distacco tra i due partiti; raddoppiano la Lega e Di Pietro (rispetto al 2008).

Avanza di un punto Casini, la sinistra radicale cresce complessivamente di due punti ma non supera la soglia di sbarramento e quindi non entra nel Parlamento di Strasburgo e così pure i radicali. Il Pd perde voti a favore di tutti gli altri partiti salvo il Pdl il quale a sua volta cede voti alla Lega e (pochi) all'Udc.

Il Pdl è più penalizzato dalle astensioni che dai voti espressi, il Pd da tutti e due questi elementi.

La Chiesa si è ripetutamente dichiarata contraria alla politica del governo nei confronti dell'immigrazione e il clero delle parrocchie si è discretamente mobilitato in favore dell'Udc con risultati però molto modesti. Una valutazione attendibile stima in 700mila voti lo spostamento verificatosi a seguito di queste raccomandazioni parrocchiali. In realtà un 20 per cento dei voti cattolici ha scelto di astenersi rispetto a precedenti votazioni in favore del Pdl.

Questo è il quadro d'insieme, che sarebbe tuttavia incompleto se non lo si inquadra nel contesto europeo.

* * *

In Europa si è verificata una frana di proporzioni inusitate dei socialisti in tutti i paesi dell'Unione salvo due modeste eccezioni. Particolarmente gravi i risultati dei socialisti francesi (addirittura scavalcati dai voti del movimento verde di Cohn-Bendit), dei laburisti inglesi e della Spd tedesca.

L'effetto paradossale di queste disfatte, alle quali occorre aggiungere l'insuccesso di Zapatero, ha portato il Partito democratico in testa alla graduatoria delle formazioni progressiste ed ha reso possibile la formazione d'un gruppo parlamentare a Strasburgo formato da un'inedita alleanza tra il Pse e i democratici italiani. Si tratta di una novità cui ha lavorato con tenacia Dario Franceschini e che apre la strada a nuovi sviluppi internazionali, ma resta che la sinistra europea è in piena crisi mentre avanza dovunque la destra moderata ma anche le formazioni xenofobe ed estremiste.

Se si guarda la situazione dal punto di vista dei governi in carica, c'è stata un'erosione del consenso che ha superato soltanto Sarkozy. Tutti gli altri hanno perso voti indipendentemente dal loro colore politico. Le cause vanno attribuite in parte alla crisi economica e in parte al tema dell'immigrazione e della insicurezza in proporzioni diverse da paese a paese.

Da questo punto di vista l'Italia non fa eccezione: la sinistra è stata punita, il Pdl ha perso voti, la Lega aumenta in percentuali e in voti assoluti.

Qui da noi il quadro è reso più complicato dalle contemporanee elezioni in molte province e comuni. Il patrimonio del centrosinistra era molto cospicuo ai nastri di partenza perché le precedenti elezioni del 2004 erano avvenute in una fase di scarsa popolarità berlusconiana favorendo ampiamente l'Ulivo. Oggi, in una situazione ben diversa, il pingue patrimonio di amministrazioni locali di centrosinistra non poteva che cedere di fronte alla spinta degli avversari. Infatti ha già ceduto in parecchi luoghi ma altre importanti amministrazioni sono andate in ballottaggio, sicché un bilancio definitivo si potrà fare soltanto il 21 giugno, fermo restando fin d'ora che anche nel potere locale sta avvenendo una scossa robusta in favore del centrodestra.

Ancora qualche osservazione, che è stata finora sostanzialmente ignorata, su quanto è accaduto in Sicilia, una regione considerata da tempo serbatoio di voti per la destra berlusconiana.

In Sicilia nel 2008 il Pdl aveva ottenuto il 46,6 per cento dei voti; è sceso alle europee al 36,6 per cento, dieci punti sotto. In valore assoluto la perdita è ancora maggiore: da un milione e 300mila voti a 600mila. Commenta Roberto Alimonte su "24 Ore": "La metà degli elettori siciliani del Cavaliere si è volatilizzata". Riassorbire la crisi siciliana sarà uno dei compiti che Berlusconi dovrà darsi al più presto. Ma ce n'è un altro assai più incombente per lui, sul quale ora dobbiamo soffermarci ed è quello del suo personale logoramento interno e internazionale.

* * *

La sua immagine pubblica ha subito un colpo evidente, ampiamente registrato da tutta la stampa occidentale e in tutte le capitali d'Europa e d'America. Non si tratta, come ancora i suoi "supporter" si ostinano a sostenere, di un "gossip" che riguarderebbe soltanto la sua vita privata, sebbene la vita privata d'un presidente del Consiglio sia in tutte le democrazie occidentali sotto i riflettori della pubblica opinione.

Si tratta invece d'una serie di fatti resi di pubblico dominio da sua moglie e da lui stesso in varie trasmissioni televisive; si tratta delle sue incerte versioni di quei fatti gremite di contraddizioni e reticenze, del suo ostinato silenzio su alcuni aspetti che hanno minato la sua credibilità. Si tratta infine e soprattutto di un aspetto estremamente grave per un capo di governo e cioè della sua potenziale ricattabilità.

Essa deriva da due circostanze particolarmente inquietanti. La prima: la sua frequentazione, della quale si continua ad ignorare l'origine, con il signor Letizia, padre della giovane Noemi, personaggio quanto mai equivoco con precedenti penali e relazioni di assai dubbia natura tra Secondigliano, Scampia, Casoria.

La seconda: il materiale fotografico in possesso di un fotografo sardo che forse non contiene nulla di particolarmente compromettente ma che costituisce un deposito di immagini ormai in circolazione internazionale che può esser fonte di intimidazione e di veri e propri ricatti da parte di personaggi spregiudicati e perfino di servizi più o meno segreti.

L'opinione pubblica italiana, nonostante il silenzio delle emittenti televisive e le reticenze di gran parte della stampa, ha percepito la gravità di una situazione che è stata altrettanto percepita nelle cancellerie dei nostri principali partner e alleati.

L'interessato avrebbe ancora la possibilità di fare chiarezza almeno sulla prima circostanza e cioè sulle origini e la natura dei suoi rapporti con il Letizia. Quanto alle centinaia di fotografie in circolazione, esse raffigurano senza dubbio una violazione della sua "privacy" ma ciò non toglie nulla alla loro oggettiva pericolosità e al sospetto che possano tradursi in strumenti di ricatto e di debolezza del capo del governo.

Questa situazione reagisce inevitabilmente sulle tensioni interne tra i membri del governo e tra le varie componenti della maggioranza, aggravate dai nuovi rapporti di forza tra la Lega e il Pdl; accentua le prese di distanza di Gianfranco Fini; spinge Berlusconi a interventi sempre più scomposti e a provvedimenti sempre meno accettabili, l'ultimo dei quali sulle intercettazioni sta suscitando proteste corali, allarma il Capo dello Stato e può precipitare una crisi tra i poteri dello Stato.

* * *

Se l'opposizione non fosse così fortemente debilitata avremmo almeno un aggancio robusto per riportare ordine e chiarezza. Purtroppo anch'essa ha perso credibilità anche se la campagna elettorale condotta dal segretario Franceschini è riuscita almeno a contenere le perdite salvando il salvabile. Sono molti ora a chiedere in che modo si possa e si debba costruire un partito che ancora non c'è, che è ancora un'ipotesi di lavoro e fatica a decollare per debolezza dei motori e insufficiente portanza.

Ci sono almeno tre esigenze generalmente avvertite: la prima è quella di radicare il partito nel territorio, la seconda è di selezionare una classe dirigente nuova, la terza riguarda la vecchia nomenclatura composta da quelli che guidarono i vari spezzoni confluiti nel Pd. I membri di quella nomenclatura non sono affatto da ostracizzare; rappresentano tuttora un deposito di esperienze, memorie, valori. Ma dovrebbero riporre ambizioni e pretese rassegnandosi ad un ruolo che resta peraltro di notevole importanza: ruolo di padri e di zii, ruolo di saggezza e incoraggiamento, non di comando e di intervento.

Quando Veltroni si dimise, con lui fece un passo indietro l'intero vecchio gruppo dirigente e questo fu l'aspetto positivo di quella drammatica ma ormai necessaria decisione. Sembra tuttavia che ora quel collettivo passo indietro sia rimesso in discussione e si riaccendano tra gli zii sentimenti di rivalsa e nuovi fuochi di battaglia.

"Come cavallo che uso alla vittoria / a tarda giovinezza e controvoglia / tra carri veloci torna a gara": così cantava Ibico. Controvoglia non so, ma certo il tornare a gara di tutta la vecchia nomenclatura sbarra la strada al necessario rinnovamento e riaccende eterne dispute che un corpo sano e robusto potrebbe sopportare ma un corpo debilitato non tollera rischiando la sua stessa sopravvivenza.

Così il tema delle alleanze. E' un tema da costruire quando il Pd si sarà rafforzato, avrà riacquistato credibilità e potrà costituire l'elemento centrale di uno schieramento con un programma comune, comuni convinzioni e comune visione del bene pubblico. Disputare oggi sulle alleanze di domani è soltanto un modo per riaccendere la rissa interna. Nella situazione attuale è un'operazione ad altissimo rischio.

* * *

Post Scriptum. La visita del colonnello Gheddafi in Italia, non priva di interessi concreti per il nostro paese, ha avuto aspetti di farsa che purtroppo si sono mescolati alla farsa nostrana. Ne è risultato un mix assai poco digeribile che rende ancor più grottesca e flebile la nostra credibilità internazionale.

(14 giugno 2009)

 

 

 

L'ANALISI

Le menzogne del Cavaliere

da Noemi al caso Mills

di GIUSEPPE D'AVANZO

Le menzogne del Cavaliere da Noemi al caso Mills

Foto ricordo della festa dei 18 anni di Noemi Letizia a Casoria con il premier Berlusconi

Dice Berlusconi a Santa Margherita Ligure: "Su quattro calunnie messe in fila - veline, minorenni, Mills e voli di Stato - è stata fatta una campagna che è stata molto negativa per l'immagine all'estero dell'Italia". Il significato di calunnia è "diceria o imputazione, coscientemente falsa e diretta ad offendere l'integrità o la reputazione altrui" (Devoto e Oli). Per comprendere meglio quali siano, per il premier, le "dicerie o imputazioni coscientemente false" raccolte contro la sua reputazione bisogna leggere il Corriere della sera di ieri.

Nel colloquio il Cavaliere spiega quali sono le quattro menzogne, strumenti del fantasioso "progetto eversivo". Qui si vuole verificare, con qualche fatto utile e ostinato, se la lamentazione del Cavaliere ha fondamento e chi alla fine mente, se Berlusconi o chi oppone dei rilievi alla "verità" del capo del governo.

1 "Hanno iniziato scrivendo che c'erano "veline" nelle liste del Pdl alle Europee. Non erano "veline" e sono state tutte elette". (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9)

I ricordi del Cavaliere truccano quel che è accaduto e banalizzano una questione che, fin dall'inizio, è stata esclusivamente politica, per di più sollevata nel suo campo. Sono i quotidiani della destra, e quindi da lui controllati direttamente o indirettamente influenzati, a dar conto dell'affollamento delle "veline" nelle liste europee del Popolo della Libertà. Comincia il Giornale della famiglia Berlusconi, il 31 marzo. Ma è il 22 aprile, con il titolo "Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre candidate in pectore" - sommario, "Silvio porta a Strasburgo una truppa di showgirl" - che Libero rivela i nomi del cast in partenza per Strasburgo: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot, Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron, Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e "una misteriosa signorina" lituana, Giada Martirosianaite.

Contro queste candidature muove la fondazione Farefuturo, presieduta da Gianfranco Fini. Il pensatoio, diretto dal professor Alessandro Campi, denuncia l'"impoverimento della qualità democratica del paese" e, con un'analisi della politologa Silvia Ventura, avverte che "l'uso strumentale del corpo femminile (...) denota uno scarso rispetto (...) per le istituzioni e per la sovranità popolare che le legittima" (www.ffwebmagazine. it).

Queste scelte sono censurate, infine, anche da Veronica Lario che le definisce "ciarpame senza pudore del potere" (Ansa, 29 aprile). Il "fuoco amico" consiglierà Berlusconi a gettare la spugna, nella notte del 29 aprile. In una telefonata da Varsavia alle 22,30 in viva voce con i tre coordinatori del Pdl, La Russa, Bondi e Verdini, il premier dice: "E va bene, bloccate tutto. Togliete quei nomi. Sostituitele". Molte "veline", in interviste pubbliche, diranno della loro amarezza per l'esclusione.

2 "Poi hanno tirato in ballo Noemi Letizia, come se fossi una persona che va con le minorenni. In realtà sono solo andato a una festa di compleanno, e per me - che vivo tra la gente - è una cosa normale". (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9).

Non c'è un grano di "normalità" nei rapporti tra il Cavaliere e i Letizia. Dopo 31 giorni, è ancora oscuro (e senza risposta) come sia nato il legame tra Berlusconi e la famiglia di Noemi. L'ultima versione ascoltata è contraddittoria come le precedenti. Elio Letizia sostiene di aver presentato la figlia al capo del governo in un luogo privato, nel suo studio a Palazzo Grazioli, alla vigilia del Natale del 2001. Berlusconi, nello stesso giorno, ha ricordato di averla conosciuta in un luogo pubblico, "a una sfilata". Ma la "diceria" che il capo del governo denuncia è di "andare con minorenni". E' stata Veronica Lario per prima a svelare che il marito "frequenta minorenni" (Repubblica, 3 maggio). La circostanza è stata confermata dall'ex-fidanzato di Noemi (Gino Flaminio) che colloca il primo contatto telefonico tra il capo del governo e la ragazza nell'autunno del 2008. Le parole di Gino costringono Berlusconi - contrariamente a quanto fino a quel momento aveva detto ("Ho visto sempre Noemi alla presenza dei genitori") - ad ammettere di aver avuto Noemi ospite a Villa Certosa per dieci giorni a cavallo del Capodanno 2009, accompagnata da un'amica (Roberta O.) e senza i genitori. Nel gennaio del 2009, Noemi come Roberta, era minorenne. Dunque, è corretto sostenere che Berlusconi frequenti minorenni.

3 "Nel frattempo si sono scatenati sul "caso Mills", un avvocato che non conosco di persona" (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9)

Negli atti del processo contro David Mills (teste corrotto, condannato a 4 anni e 6 mesi di carcere) e Silvio Berlusconi (corruttore, ma immune per legge ad personam), sono dimostrati con documenti autografi, per ammissione dell'imputato, con le parole di testimoni indipendenti, gli incontri del Cavaliere con l'avvocato inglese che gli ha progettato e amministrato l'arcipelago delle società off-shore All Iberian, il "gruppo B di Fininvest very secret". Un documento scovato a Londra dà conto di un incontro al Garrick Club di Garrick Street (discutono delle società estere e Berlusconi autorizza Mills a trattenere 2 milioni e mezzo di sterline parcheggiati sul conto dell'Horizon Limited). Un altro documento sequestrato a Mills fa riferimento a una "telefonata dell'altra notte con Berlusconi". Mills, interrogato, ammette di aver parlato con il Cavaliere la notte del 23 novembre 1995. Ancora Mills, il 13 aprile 2007, conferma di aver incontrato Berlusconi ad Arcore. L'avvocato "descrive anche la villa" (dalla sentenza del tribunale di Milano).

Due soci di Mills nello studio Withers, ascoltati da una corte inglese, così rispondono alla domanda: "C'è stata mai una riunione tra Mills e Berlusconi?". Jeremy LeM. Scott dice: "So che c'è stato un incontro per mettersi d'accordo sul dividendo". A Virginia Rylatt "torna in mente che lui [Mills] era ritornato dal signor Berlusconi". E' una menzogna, forse la più spudorata, che il capo del governo non abbia mai conosciuto David Mills.

4 "Infine hanno montato un caso sui voli di Stato che uso solo per esigenze di servizio" (Berlusconi al Corriere, 13 giugno, pagina 9).

In una fotografia scattata dal fotografo Antonello Zappadu si vede lo stornellatore del Cavaliere, Mariano Apicella, scendere da un aereo di Stato. Dietro di lui, una ballerina di flamenco. Il fotoreporter sostiene che l'immagine è stata scattata il 24 maggio 2008. In quel giorno era ancora in vigore un decreto del governo Prodi che limitava l'uso degli aerei di Stato "esclusivamente alle personalità e ai componenti della delegazione della missione istituzionale". Si può sostenere che Apicella e la ballerina facevano parte di una "missione istituzionale"? E' quanto dovrà accertare il Tribunale dei ministri sollecitato dalla Procura di Roma a verificare, per il capo del governo, l'ipotesi di abuso d'ufficio. Infatti soltanto due mesi dopo, il 25 luglio 2008, il presidente del consiglio ha cambiato le regole per i "voli di Stato" prevedendo "l'imbarco di personale estraneo alla delegazione", ma "accreditato su indicazione dell'Autorità in relazione alla natura del viaggio, al rango rivestito dalle personalità trasportate, alle esigenze protocollari e alla consuetudini anche di carattere internazionale". Il caso sui "voli di Stato", che è poi un'inchiesta giudiziaria dovrà accertare se musici, ballerine, giovani ospiti del presidente viaggiano in sua compagnia (con quale rango?) o addirittura in autonomia, nel qual caso l'abuso d'ufficio può essere evidente.

Quindi, quattro "calunnie" o quattro menzogne presidenziali? Si può concludere che Berlusconi, a Santa Margherita Ligure, ancora una volta ha precipitato coscientemente la vita pubblica nella menzogna nella presunzione di abolire l'idea stessa di verità.

(14 giugno 2009) Tutti gli articoli di politica

 

L'UNITA'

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.unita.it

2009-06-14

Show di Berlusconi ai giovani di Confindustria: "Contro di me un progetto eversivo"

di Roberto Arduini

Non ci abitueremo mai agli sproloqui di Silvio Berlusconi, anche se ormai si sente in grado di dire tutto e il contrario di tutto, tanto basta smentire o dire che è colpa dei giornalisti. E il convegno dei giovani di Confindustria a Santa Margherita Ligure offre al premier una nuova platea a cui dar prova delle doti sue e del più bel governo di destra che ci sia. Il premier è arrivato al convegno con oltre un'ora di ritardo. Alta tensione, intanto, fuori dall'albergo che ospita la convention con molti contestatori tenuti lontani dalla polizia, mentre i giornalisti che attendevano fuori il premier hanno dovuto letteralmente sfondare il cordone degli stessi poliziotti che non volevano farli rientrare in sala stampa. Nell'attesa, inoltre, un signore che aspettava sotto il sole si è sentito male ed è stato portato all'ospedale con l'ambulanza.

"Contro di me un progetto eversivo", quello di giudici e cacciatori di gossip. Tra le perle dispensate oggi da Berlusconi, questa è una delle più ghiotte. Ma non è da meno, e fa un po' rabbrividire anche la considerazione che il premier ha del Parlamento italiano. A proposito della sua squadra di governo, "mi sembra di essere tornato indietro e di avere un consiglio di amministrazione validissimo – dice Berlusconi -, stiamo lavorando sull'Italia come fosse l'azienda Italia".

Il premier non accetta nemmeno le critiche da chi dovrebbe avere tutte le carte per farlo. E così risponde con la solita storiella alla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che gli aveva tirato un po' le orecchie dicendo: "Servono 100 giorni di concretezza che permettano alle nostre imprese di avere una svolta. Il governo deve velocizzare e cambiare passo". Appena salito sul palco, ecco, la versione di Berlusconi sulla crisi economica: non c'è, non è mai esistita ed è tutta un'invenzione della sinistra e dei giornali. "Normalmente sono molto critico verso la mia attività – spara Berlusconi -, ma quest'anno devo dire che mi sento questa volta orgoglioso per quel che abbiamo fatto e ottimista per quel che faremo". "In Italia ci sono pochissime persone che a causa della crisi sono a rischio. Nessuno ha il timore di morire di fame", ha sottolineato il presidente del Consiglio. Poi l'accusa: "Bisognerebbe non avere una sinistra e dei media che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo. Anche voi dovreste fare di più", dice ributtando la palla nel campo dei giovani imprenditori. Soprattutto, non date retta ai disfattisti, secondo lui: "Non dovreste dare pubblicità a chi si comporta così". "Saper trarre da ogni male un bene- ha tirato le somme il premier - , il vero imprenditore sa trarre vantaggio anche dai momenti di crisi. Voi avete il mondo da conquistare, avete le possibilità per poter fare di più, siete giovani, belli, anche abbronzati, qualcuno forse è stato un po' troppo al mare... Continuate così".

Poi, naturalmente, la sequenza delle perle. "Questa notte ho scoperto di avere più di trentacinque anni, mi sono alzato stamane e avevo - racconta - quella che si chiama artrosi cervicale". Il risultato delle elezioni amministrative è stato "un cataclisma" per l'opposizione. Silvio Berlusconi spiega la sua "politica del cucù" e la difende dalle critiche di chi "si scandalizza. Ma nella politica – assicura perentorio il premier - è come nella vita: se hai un cliente originale, come Gheddafi, lo devi prendere per il verso giusto". Il premier racconta del suo passato di presidente di Publitalia e mima diverse scenette di "corteggiamento" dei clienti. Poi spiega ancora: "Nella politica è come fare la corte alle ragazze: non gli puoi dire usciamo sabato, gli devi dire venerdì o sabato, così hanno la possibilità di scegliere e non ti possono dire di no". E ancora, ricordando il "cucù" alla Cancelliera tedesca: "Non c'è nulla di diverso quando tratti con i colleghi, se li devi raggiungere al telefono devi instaurare un rapporto così. La Merkel è una funzionaria che viene dal pubblico, è nata nella Germania Est. Poi con la cura a cui è stata sottoposta, di simpatia e di affetto, è cambiata, ora ci telefoniamo, "Silvio", "Angela" e ci mettiamo d'accordo. Anche per il rapporto con Blair, Aznar, Bush, sono convinto di poterli annoverare tra i miei amici e penso di essere annoverato. È importante che io sia un "tycoon", perché c'è verso di me il rispetto di cui godeva Agnelli".

C'è, infine, lo spazio per il complotto di tutti i suoi nemici, uniti per farlo cadere. "Su quattro calunnie messe in fila, veline, minorenni, Mills e voli di Stato, è stata fatta una campagna che è stata molto negativa per l'immagine all'estero", ha detto il presidente del Consiglio. "È stato un comportamento colpevole, ed anche un comportamento eversivo – ha concluso Berlusconi -. Volevano far decadere il presidente del Consiglio per mettere un'altra persona non eletta dagli italiani: se questa non è eversione ditemi cosa è?".

13 giugno 2009

 

 

 

 

Franceschini (Pd): "Queste sono intimidazioni"

Opposizione in rivolta dopo il nuovo affondo di Berlusconi contro quella che fin dall'inizio ha definito la "campagna di calunnie" sulla sua persona con un esplicito richiamo, davanti alla platea dei giovani industriali a Santa Margherita Ligure, ad un "progetto eversivo" contro di lui per attuare un ribaltone , cacciandolo da palazzo Chigi. Accusa che dal centrosinistra viene respinta al mittente. In particolare Pd e Idv hanno lanciato l'allarme su una frase del premier che, rivolto agli imprenditori, li ha invitati a "non dare più pubblicità a una sinistra e ai media che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo".

"In tutto il mondo queste - ha replicato Franceschini chiamato in causa direttamente da Berlusconi - si chiamano intimidazioni, secondo lui non dovrei più comparire sui giornali perché dico cose non gradite". "Berlusconi non mi ha mai fatto né mai mi farà paura", ha aggiunto il segretario del Pd che, in una conferenza stampa convocata nel pomeriggio, ha invitato "tutti coloro che hanno posti di responsabilità nel Paese" a reagire perché "per tutti è il momento della dignità e del coraggio".

Appello rilanciato dal capogruppo alla Camera Antonello Soro: "chi nutre sentimenti democratici faccia sentire una voce forte e libera di rifiuto di ogni intimidazione". Soro ha definito le parole del premier "deliranti che evocano sinistri ricordi". Pd all'attacco contro un premier accusato di pulsioni autoritarie anche con Anna Finocchiaro: "accuse ridicole e intimidatorie", e con Piero Fassino "il premier ha superato il limite". Da parte dell'Idv è intervenuto il capogruppo alla Camera Massimo Donadi che ha definito le parole del premier "risibili" così come sono "risibili le sue affermazioni sulla stampa" visto che "controlla i mezzi di comunicazione.

Per Donadi, Berlusconi "è un clown come afferma il Financial Times" mentre il portavoce dei dipietristi Leoluca Orlando ha replicato che "eversivo è il progetto berlusconiano di stravolgimento della legalità costituzionale". "Eversione - ha affermato Orlando - è la mortificazione del Parlamento, della magistratura e l'attacco ai media". È intervenuto anche il deputato Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, che ha chiesto l'intervento delle Autorità di garanzia "per impedire ulteriori turbative di mercato dei confronti della stampa visti" l'invito a non dare pubblicità "rivolto agli industriali". "Lo diciamo da tempo: siamo all'emergenza democratica" ha fatto eco, infine, Pino Sgobio dell'ufficio politico del Pdci.

 

 

 

Franceschini (Pd): "Queste sono intimidazioni"

Opposizione in rivolta dopo il nuovo affondo di Berlusconi contro quella che fin dall'inizio ha definito la "campagna di calunnie" sulla sua persona con un esplicito richiamo, davanti alla platea dei giovani industriali a Santa Margherita Ligure, ad un "progetto eversivo" contro di lui per attuare un ribaltone , cacciandolo da palazzo Chigi. Accusa che dal centrosinistra viene respinta al mittente. In particolare Pd e Idv hanno lanciato l'allarme su una frase del premier che, rivolto agli imprenditori, li ha invitati a "non dare più pubblicità a una sinistra e ai media che cantano ogni giorno la canzone del pessimismo".

"In tutto il mondo queste - ha replicato Franceschini chiamato in causa direttamente da Berlusconi - si chiamano intimidazioni, secondo lui non dovrei più comparire sui giornali perché dico cose non gradite". "Berlusconi non mi ha mai fatto né mai mi farà paura", ha aggiunto il segretario del Pd che, in una conferenza stampa convocata nel pomeriggio, ha invitato "tutti coloro che hanno posti di responsabilità nel Paese" a reagire perché "per tutti è il momento della dignità e del coraggio".

Appello rilanciato dal capogruppo alla Camera Antonello Soro: "chi nutre sentimenti democratici faccia sentire una voce forte e libera di rifiuto di ogni intimidazione". Soro ha definito le parole del premier "deliranti che evocano sinistri ricordi". Pd all'attacco contro un premier accusato di pulsioni autoritarie anche con Anna Finocchiaro: "accuse ridicole e intimidatorie", e con Piero Fassino "il premier ha superato il limite". Da parte dell'Idv è intervenuto il capogruppo alla Camera Massimo Donadi che ha definito le parole del premier "risibili" così come sono "risibili le sue affermazioni sulla stampa" visto che "controlla i mezzi di comunicazione.

Per Donadi, Berlusconi "è un clown come afferma il Financial Times" mentre il portavoce dei dipietristi Leoluca Orlando ha replicato che "eversivo è il progetto berlusconiano di stravolgimento della legalità costituzionale". "Eversione - ha affermato Orlando - è la mortificazione del Parlamento, della magistratura e l'attacco ai media". È intervenuto anche il deputato Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, che ha chiesto l'intervento delle Autorità di garanzia "per impedire ulteriori turbative di mercato dei confronti della stampa visti" l'invito a non dare pubblicità "rivolto agli industriali". "Lo diciamo da tempo: siamo all'emergenza democratica" ha fatto eco, infine, Pino Sgobio dell'ufficio politico del Pdci.

13 giugno 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.ilsole24ore.com

2009-06-14

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

AVVENIRE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.avvenire.it

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

 

 

LA STAMPA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lastampa.it/redazione/default.asp

2009-03-13

 

 

 

 

 

LA GAZZETTA del MEZZOGIORNO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/GdM_homepage_03.php?IDCategoria=1

2009-03-13

 

 

 

 

IL GIORNALE

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilgiornale.it/

2009-03-13

 

 

 

 

L'OSSERVATORE ROMANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.vatican.va/news_services/or/home_ita.html

2009-03-13

 

 

 

IL MATTINO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.ilmattino.it/

2009-03-13

 

 

 

 

La GAZZETTA dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.gazzetta.it/

2009-03-13

 

 

 

 

 

CORRIERE dello SPORT

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.corrieredellosport.it/

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

L'ESPRESSO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://espresso.repubblica.it/

2009-03-13

 

 

 

 

PANORAMA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.panorama.it/

2009-03-13

 

 

 

 

FAMIGLIA CRISTIANA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/famiglia-cristiana.html

http://www.sanpaolo.org/fc/default.htm

2009-03-13

 

 

SORRISI e CANZONI

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.sorrisi.com/sorrisi/home/index.jsp

2009-03-13

 

 

 

 

 

PUNTO INFORMATICO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.italysoft.com/news/il-punto-informatico.html

2009-03-13

 

 

 

 

 

EUROPA QUOTIDIANO

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.europaquotidiano.it/site/engine.asp

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

WALL STREET ITALIA

per l'articolo completo vai al sito internet

http://www.wallstreetitalia.com/

2009-03-13

 

 

 

 

 

 

 

IL SECOLO XIX

http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/

LIBERO

http://www.libero-news.it/

IL MONDO

http://www.ilmondo.rcs.it/

MILANO FINANZA

http://www.milanofinanza.it/

MOMENTO SERA

http://www.momentosera.it/home.php

ITALIA OGGI

http://www.italiaoggi.it/

LA NAZIONE

http://www.momentosera.it/home.php

IL FOGLIO

http://www.ilfoglio.it/

 

IL MANIFESTO

http://www.ilmanifesto.it/

 

 

 

 

 

 

WIKIPEDIA

per l'articolo completo vai al sito Internet

http://www.wikipedia.it

 

GENTE VIAGGI

http://www.genteviaggi.it/

AUTO OGGI

http://www.inauto.com/speciali/autooggi/index.html

QUATTRO RUOTE

http://www.quattroruote.it/

INTERNAZIONALE

http://www.internazionale.it/home/

 

 

ARCHEOLOGIA VIVA

http://www.archeologiaviva.it/

AUDIO REVIEW

http://www.audioreview.it/

IL FISCO

http://www.ilfisco.it/

STAR BENE

http://www.starbene.it/

ABITARE

http://abitare.it/

BRAVA CASA

http://atcasa.corriere.it/

DONNA MODERNA

http://www.donnamoderna.com/home/index.jsp

SECONDA MANO

http://www.secondamano.it/

PC WORLD

http://www.pcworld.it/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

FINANCIAL TIMES

http://www.ft.com/home/europe/

EL PAIS

http://www.elpais.com/global/

 

LE MONDE

http://www.lemonde.fr/

THE NEW YORK TIMES

http://www.nytimes.com/

THE WALL STREET JOURNAL

http://europe.wsj.com/home-page

MAIL & GUARDIAN

http://www.mg.co.za/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Vai alla HOME PAGE

Edito in Proprio e Responsabile STUDIO TECNICO DALESSANDRO GIACOMO

Responsabile Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Riferimaneti Leggi e Normative : Michele Dalessandro - Organizzazione, impaginazione grafica: Francesca Dalessandro